giovedì 9 ottobre 2014

Conigli per gli acquisti


Ormai fare marketing sulle spalle di noi 30enni è diventato come sparare sulla Croce Rossa. O come picchiare un anziano che caga, se preferite i francesismi.

Fateci caso: da qualche tempo a questa parte sugli scaffali dei supermercati, nelle vetrine dei negozi, dietro i banconi dei bar, è tutto un fiorire di redivivi prodotti protagonisti della nostra infanzia, o della nostra prima adolescenza, e che ora vengono riproposti tali e quali come ce li ricordavamo.

E non è che ai direttori del marketing laureati alla Bocconi e MBAti Oltreoceano manchino le idee, nient'affatto. Anche se di tanto in tanto scivolano su vaccate mostruose come il Biscottone inzupposo (per l'amor di Dio, gente... Un po' di dignità!) sono più vispi e pimpanti che mai. Anzi, hanno avuto l'idea geniale: colpire duro là dove sai di fare più male.

Perché noi 30enni siamo una generazione in bilico. Senza lavoro, senza una casa, senza una famiglia nostra, senza grandi prospettive per il futuro, o comunque con una serie di brutte copie delle cose di cui sopra. E vedere una confezione blu mare di Yo-Yo che occhieggia dallo scaffale del Pam è come rannicchiarsi in posizione fetale sotto un piumone emotivo mentre fuori piove, fa freddo, tira vento e il meteo della sorte scatena il peggio del proprio tonante e lampeggiante repertorio.

È qui che ti fregano. Compri quella maledettissima confezione di dolcetti perché il tuo subconscio abbocca come un tonno alla mattanza di Favignana, convincendoti che con un solo morso di quel residuato gastronomico di un ventennio fa tu riacquisterai come per incanto tutta la felicità, la gioia e la spensieratezza dei tuoi 12 anni. Sbucciature sulle ginocchia comprese. Altro che marketing, gente: questi sono metodi da spacciatore di crack. «Fatti un tiro, bellezza. Sentiti qualcuno».

Si dirà: beh, ma se un dolcetto era buono per un bimbo di 20 anni fa, sarà buono anche per un bimbo di oggi.

Balle.

Ogni generazione ha la sua merendina preferita, perché di una merendina non è solo la crema e il pan di Spagna che mangi, ma lo status. Ieri addentando un Tegolino o un Cucciolone assaporavi il gusto del proibito, perché il più delle volte "facevano male ai denti" e la mamma era restia all'acquisto quanto a farti stare alzato dopo "Striscia la Notizia". Oggi, invece, di una merendina, si assapora il gusto della sibaritica consapevolezza che dopo quella ne potrai mangiare un'altra, un'altra, e poi un'altra ancora. A strafottere. Perché siamo qualcuno in base a quanto grossa la facciamo fuori dal vaso, bitch. Anche a merenda.

Ecco perché i figli del Nuovo Millennio sono fuori target per Winner Taco & compagnia bella. I bambini di oggi puntano ad altro. A cosa non so, ma il fatto che nessuno di loro si fiondi da Mediaword in cerca di DOOM II solo perché c'è da sparare a mostri alieni urlanti mi fa sospettare che nessuno di loro impazzisca nemmeno per le Girelle solo perché dentro c'è un po' di cioccolata.

È noi che vogliono, i bastardi. È al nostro magro portafogli con più biglietti da visita che banconote che stanno puntando. Perché sì, è proprio come per le tasse: saremo anche straccioni, ma siamo tantissimi. E fottutamente vulnerabili.

Nessun commento: