martedì 21 agosto 2012

Il diavolo veste Prada, il vescovo veste Armani, e tu rosichi perché compri soltanto all'Oviesse



Avesse regalato un bel saccoccione svolazzante a qualche barbuto imam della periferia di Milano sarebbe diventato il nuovo eroe della falange radical chic italiota, quella che nemmeno sotto l'ombrellone mette da parte il vecchio hobby di insegnare agli altri come fare beneficenza con i propri soldi. Invece, lo sprovveduto Giorgio Armani ha commesso l'imperdonabile errore di mettere la sua opera a servizio del vescovo di Mazara del Vallo, realizzando alcuni paramenti sacri per la nuova chiesa di Pantelleria.

Apriti cielo. Su Ripubblica, evidentemente in astinenza da foto del culo di Rihanna, e le multiformi scaglie della falange dell'informazione libbbera è stato subito un profluvio di articolesse sprezzanti sull'attaccamento della Chiesa Cattolica a Mammona, allo sterco del demonio e alle laute prebende. Insomma, la solita tiritera di mangiapreti atei agnostici razionalisti decaffeinati con più latte e meno cacao che non esitano un solo istante ad insegnare la teologia alle formiche, solo per il gusto di salire in cattedra.

Perché lo scandalo, signore e signori, è che Sua Eccellenza avrebbe espressamente richiesto al noto stilista piacentino di contribuire con una donazione in favore della diocesi. E lui, facendo per l'appunto lo stilista, e non l'ingegnere, l'architetto o il decoratore d'interni, ha confezionato una tonaca e un set di manutergi vari. Come direbbe il mio caro amico James Hetfield, «so fuckin' what?». O, per chi preferisse la straripante allegria di Giggi er Ricottaro, «e 'sti cazzi nun ce lo metti?».

Rifolrmulo per i più lenti di comprendonio. Un vescovo chiede ad un esponente di spicco di una comunità una donazione per la chiesa, e questo risponde all'invito dando fondo gratuitamente alla propria arte e al proprio talento. Ora fatemi capire: cosa c'è di tanto sbagliato, di tanto scandaloso, di tanto deprecabile? Avesse usato quei soldi (quali, tra l'altro?) per realizzare una casa di accoglienza per gli immigrati africani con i quali in spiaggia tirate sul prezzo per poter sfoggiare alla bocciofila un falso Armani con 10 euro anziché con i 30 che vi chiede, ai vostri occhi sarebbe apparso un uomo migliore, non è vero? O forse avreste potuto suggerirgli almeno altri 100 modi alternativi per soddisfare la VOSTRA coscienza con i SUOI soldi, magari adottando una mezza dozzina di beagle di Green Hill.

Chi può vedere il male in un gesto di generosità, sono i soliti difensori d'ufficio di quel pauperismo d'accatto della Chiesa, quello che dal Concilio Vaticano II in poi ha fatto sì che i luoghi di culto non fossero più gli scrigni della devozione popolare, testimoniata attraverso l'arte e il bello, ma orrendi casermoni consacrati che farebbero ribrezzo persino al gestore di un'autorimessa o di un bowling. È vero che Dio sta in cielo, in terra e in ogni luogo, ma che qualche moralizzatore a mezzo servizio debba impartire urbi et orbi il decalogo della carità cristiana non sta né in cielo né in terra.

Fosse stato per questi imbecilli, convinti di servire meglio Dio spogliandone le case, non avremmo avuto i gioielli del Rinascimento e del Barocco, non avremmo avuto Michelangelo, Caravaggio e Juvarra, e gli unici motivi per visitare l'Italia sarebbero soltanto qualche vestigia romana e l'imponente quantità di gnocca che si raduna ogni estate all'Acquafan di Riccione. Senza nulla togliere ar Colosseo e alla patata, credo saremmo molto più poveri e insignificanti.

Perché la Chiesa non deve essere ricca soltanto per poter fare meglio l'elemosina come, dove e quando piace a voi. Elemosina che tanto i detrattori continuerebbero a disprezzare comunque, dal momento che ritengono ogni prete un mangiapane a tradimento a prescindere e ogni porporato un dittatore in sottana.

Rifletteteci bene, la prossima volta che entrerete in una chiesa, se non altro per prendere un po' di fresco e sfuggire all'insistenza della zingarella che vi chiede un euro. Osservate bene i fronzoli dorati, scolpiti, decorati, cesellati, dipinti o intagliati che vi troverete dentro. E forse (ma forse) vi troverete a constatare con un certo disappunto che quei doni degli Armani di ieri (che magari si chiamavano Orsini, o Colonna, o Della Rovere), ma anche il sacrificio di centinaia poveri contadini che si levavano il pane di bocca per un'edicola consacrata alla Vergine o un crocifisso d'argento hanno fatto molto di più per l'umanità di quanto non abbiano fatto i 15 euro mal cagati per la vostra t-shirt di Emergency.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Hmm, sai che non ci avevo mai pensato a 'sta cosa? È vero. Ma guarda che la collezione estiva dell'OVS quest'anno è straordinaria!

Nebo (da cell)