lunedì 28 aprile 2008

Ouroboros in fabula


Dunque, facciamo un ragionamento veloce veloce per capire come vanno alcune cose nella vita:

- decidi di aprire un blog perché senti di avere qualcosa da dire.
- decidi di aprire un blog ad alto tasso di idiozia perché ti sembra una prova di onestà intellettuale: insomma, con tutti questi sedicenti blog "seri" che ci sono in giro, e che finiscono per scadere nella vaccataggine più sfrenata nonostante la loro sbandierata serietà, almeno tu lo dici da subito che stai scrivendo favate, no?
- decidi di restare anonimo. O meglio, suppergiù anonimo: conii un soprannome tanto tanto simile al tuo nome vero ma che non è proprio il tuo nome vero. Così chi ti conosce sa che sei tu, o meglio, una parte di te particolarmente sarcastica e salace. Chi non ti conosce invece no, non sa un beneamato.
- decidi di farlo perché così ti senti di poter parlare più liberamente. Tutto quello che pensi, posti, scrivi, è come se lo pensasse, postasse, scrivesse qualcun altro. Sei un sadico criminale impunito assistito da un complice idiota che si bea della sua dabbenaggine: tu fai il danno, il tuo alter ego si prende la colpa. E tutti sono felici.

Tutto perfetto, no? No. Perché è proprio qui che cominciano i casini. Perché:

- hai la dote di saper scrivere abbastanza bene. Sì, insomma, bene. Talvolta dannatamente bene (e crepi la modestia, che nella jungla dell'oggi è virtù buona soltanto per i pusillanimi).
- questo ti porta lettori. Tanti, non tantissimi, ma comunque affezionati e regolari, specie tra conoscenti (Perché in fondo, comunque, resti comunque uno sfigato da oratorio. La blogosfera aiuta, ma non fa miracoli). Ti basta per autoconvincerti di stare facendo un buon lavoro.
- questo appaga il tuo smisurato ego, mai sazio di autocompiacimento, qualunque forma esso possa assumere.
- non ti fermi. Vai avanti. Imperterrito e indefesso. Racconti di tutto e di tutti, per saziare la sete dei tuoi lettori, che a loro volta saziano la tua sete di appagamento.
- alla fine racconti anche di te.
- ma tu non volevi raccontare di te. Avevi scelto uno pseudonimo apposta, porca miseria ladra.
- gli altarini si scoprono.
- vaffanculo

E' la storia del gatto che si lecca l'orecchio. O era il cinghiale che si succhia la narice? Ah, no, il serpente che si morde la coda.

10 commenti:

Federico Tomassetti ha detto...

Io ci ho messo direttamente il mio nome... e mi assumono lo stesso! Pazzesco!

Alessandro ha detto...

È impossibile non scrivere niente di se stessi in un blog, proprio perchè è una valvola di sfogo che esprime almeno, come minimo, le proprie idee, il proprio punto di vista sul mondo,e come tale un riflesso del proprio modo di essere e di pensare. Lo pseudonimo è un buon modo perchè chi non ti conosce non sappia del tutto con chi ha a che fare, però alla fine prenderà anch'esso una personalità che è quella del blogger che scrive.

Anonimo ha detto...

Pautasio, ma....il post in cui parlavi di te era "Divine interventions" ?

Pautasio ha detto...

E' proprio in momenti come questi che avere amici idioti come voi mi fa sentire una persona veramente fortunata. Grazie ragazzi, vi voglio bene.

Ps per Ale: anche se in questo commento hai adottato una parvenza di serietà, non illuderti di poterti considerare fuori dal novero

Alessandro ha detto...

E io che avevo rinunciato a citare il tuo ultimo punto per lasciare un impronta di pseudoserietà...

A sto punto ti cito, dato che è un punto a cui tieni tanti e che stai lottando con Beppe Grillo per rivendicarlo come tuo:
[...]
-vaffanculo.

Ora ti ho citato...

Alessandro ha detto...

P.s. l'ho solo fatto per citarti, nessun intento di insultare o offendere, non sono Beppe Grillo...

Pautasio ha detto...

Eh, no, senti... Il vaffanculo c'è o non c'è... quello edulcorato dalla cortesia amicale non vale!

Alessandro ha detto...

Certo che c'è, ma come citazione necessaria del post, non come augurio...

Se poi vuoi un vaffanculo serio: vaffanculo!
Ora c'è!

(gioco di prestigio, occhio che potrebbe comparirti all'improvviso Beppe Grillo accanto)

Anonimo ha detto...

Esimio Pautasio, ho imparato tanto da questo post. Mi ha riempito il cuore di gaudio e la mente di insegnamenti; ma soprattutto ho scoperto che la seconda persona singolare presente del verbo coniare è conii. Sarà che non mi si era mai posto il problema ma davvero non lo sapevo.
Grazie, grazie, grazie. La mia vita è completa.

Comunque concordo :)

Pautasio ha detto...

Grazie, grazie, comoda.