martedì 2 ottobre 2007

Farmacista tu, farmacia di turno...


Giorni addietro stavo amabilmente chiacchierando con un tal Marco da Pescara, di professione amministratore delegato di una catena di farmacie. Alla notizia di quale fosse il suo mestiere, ho strabuzzato tanto d'occhi, perché non credevo esistesse una simile figura professionale. E dire che col lavoro che faccio io, ovvero la mignotta per iscritto, come in molti la definiscono, ne so davvero qualcosa di questo genere di faccende.
Tant'è. Al mio stupore sono seguite le ovvie domande di chiarimento. Al che lui mi ha spiegato che con la progressiva, e magari anche un po' garibaldina, liberalizzazione del settore farmaceutico (thank you, Cpt Bersani!), le grandi multinazionali del farmaco, ma non solo loro hanno avuto la grande idea di allargare il business su un nuovo settore: non si limitano cioè soltanto più a fabbricare le supposte e i cachet da venderti con o senza prescrizione medica, ché tanto è uguale, ma diventano esse stesse proprietarie delle farmacie. Ta-daaa... Dal produttore al consumatore, come all'agriturismo. "Cascina Lasonil". Suona anche bene.
Ad ogni buon conto... E' una mossa che in Italia stanno già facendo. Anche se ancora in via sperimentale, ha già un discreto successo: per ora si sono mossi nomi come la Bayer, quelle delle aspirine, e la Allianz, gruppo bancario e assicurativo, che già stanno mettendo su qualche catenuccia a Milano (così almeno mi ha detto lui, io chiedo conferma). Presto dovrebbero arrivare anche a Torino, se già non hanno cominciato.
Allora che cosa ha pensato di fare il giovane e intraprendente Marco, che ha il babbo farmacista proprietario della farmacia più antica e rinomata in quel di Pescara? Ha messo su una sorta di holding tra varie farmacie, una società, per meglio dire, che raggruppa le 5-6 più grandi della provincia abruzzese e dintorni. "In questo modo - mi ha spiegato - quando una delle multinazionali arriverà anche qui e tenterà di scalzarci dal mercato, avremo due possibilità: 1) vendere tutte le farmacie alla multinazionale ad un prezzo decisamente alto, tale da sistemaci tutti quanti, e poi chi ha ancora voglia di fare il farmacista lavora lì dentro da dipendente e con lauto sipendio. 2) se la multinazionale non accetta subito, fare "cartello" per costringerla, se vuol reggere la concorrenza, a vendere sottocosto per un certo periodo quel tanto che basta a farle gettare la spugna e accettare le nostre condizioni di resa (ovvero quelle di cui al punto 1, NdP)".
E fin qui, tanto di cappello, perchè ho capito finalmente che lavoro fa ma soprattutto per la strategia commerciale che è riuscito ad escogitare. Ma se poi penso che quei negozi lì non vendono computer, auto, case o vestiti, ma medicine, e che quindi tutte queste strategie girano quanto più ci imbottiamo di schifezze, beh... mi vengono i brividi al pertugio del posteriore. E non tanto per adesso, quando in farmacia ci troviamo ancora il nostro sorridente farmacista amico da una vita, a cui raccontiamo proprio tutto e che sa tutto di noi e della nostra anamnesi, e di quella della nostra famiglia da almeno tre generazioni, ma per dopo, quando entrare in farmacia sembrerà di andare al Blockbuster o al Carrefour

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Non hanno fatto altro che applicare il modello agricolo: le bestie sono di proprietà delle aziende che producono mangimi ed i campi di quelle che fanno fertilizzanti. E poi vai di mucche pazze e inquinamento di falde acquifere. Noi uomini poco a poco diventeremeno una multiproprietà, giù il nostro cervello se lo contendono le pay-tv a scapito di cinema e biblioteche. Hai qualche idea sul resto? ;-)

Anonimo ha detto...

Figata! Finalmente non dovrò più vestirmi da vampiro e uscire alle 4 del mattino per comprarmi i goldoni! Ci sarà un impersonale omino vestito in divisa che mi darà Durex senza urlare da una sala all'altra, attraverso decine di vecchiette lascive, che li ho presi ritardanti. Queste sì che sono buone notizie.
Ah, tra l'altro, voi che sapete... ma tutte le caramelle che vendono, in farmacia, a cosa servono?

Anonimo ha detto...

...e comunque, una notte alle 4.02, davanti al distributore, è passata una vecchietta ed è rimasta a fissarmi. Brrr.

Pautasio ha detto...

@ Avevo:
il mio cervello appartiene solo ed esclusivamente a costoro www.sleazydream.com
E comunque non voglio svegliarmi nè sapere la verità, perchè la brodazza che servono come rancio sulla Nabucodonosor fa schifo e preferisco la bionda tettona col vestito rosso striminzito a quell'arpia secca e portasfiga di Trinity

@wagon:
Alcune sono Zigulì per tutti, e hanno mille gusti differenti. Altre sono Zigulì solo per le bambine, e servono a scamparti inopportune figliolanze nelle sere in cui ci sono troppe vecchiete a fissarti davanti al distributore dei cappucci.
Ah, già: era chiaramente un'avance, quella della vecchia con lo sguardo languido.

Louis ha detto...

ma meno male.

Non riesco a trovare problemi. Se la mia crema antiallergica funziona sempre, chemmene frega di come si organizzano?

E poi una casta in meno è sempre un bene, non eri tu il liberale?

Pautasio ha detto...

Ma quale casta e casta, dai... Il libero mercato va bene finché non va a mettere a repentagliola salute della gente. Il mio farmacista di fiducia sa quando prescrivermi le supposte per il mal di testa, o quando dirmi di "levarmi la nata" perché ho solo delle palle. Ma una farmacia che ragiona come un supermarket non è affatto un bene

Alessandro ha detto...

Ringrazia che il tuo farmacista non ti dice di levarti le palle che hai solo la "nata"

Pautasio ha detto...

Brrrr...