mercoledì 2 gennaio 2008

Italiani. Ecco perché siamo un popolo meraviglioso


Italiani: popolo di santi, poeti, navigatori, commissari tecnici della Nazionale, teologi e politicanti. Il caustico Caparezza aggiungerebbe anche l'aggettivo "mafiosi". Ma lui che è anarchico menestrello dalla chioma ribelle lo lo può dire, mentre il sottoscritto, dal basso della sua borghesissima acconciatura alla militare, può solo limitarsi all'elenco di cui poco sopra.

Di santi ne abbiamo più dei giorni sul calendario. E ne aggiungiamo uno appena ci capita a tiro la possibilità. Alcuni sono davvero molto cool, tipo San Francesco, San Giovanni Bosco, San Giovese, San Bitter, San Daniele. Altri un po' meno, tipo San Pio da Pietralcina, che è tanto buono e caro, ma secondo me avrebbe dovuto fare un po' più di anticamera, aspettando dietro gente del calibro di Batman, Maradona, Elvis e Carletto dei Gem Boy.

I poeti, di cui un tempo eravamo davvero fucina inesauribile, ora invece scarseggiano come la benzina quando c'è lo sciopero dei Tir. Quasi quasi li togliamo dall'elenco, va'. Perché oggi ci ritroviamo solo più con gli ex sessantottini arricchiti che non si schiodano dai marron glacées; con quelli che fanno la spesa all'Unieuro, lo dicono a Gianni e sono un sacco ottimisti; con gli studenti frustrati del Dams che credono che la metrica sia uno strumento per sarte e geometri e confondono l'endecasillabo con l'aspirina effervescente, e con i pubblicitari che sbagliano i congiuntivi, però in rima, e quindi volete mettere.

Di navigatori ne abbiamo a bizzeffe, ma per lo più sono i Tom Tom comprati a suon di migliaia di euri da Mediaworld per poi essere montati con una serie di giri di nastro adesivo su una Ritmo Cabrio dell'87, ed essere infine utilizzati quasi esclusivamente per tracciare la rotta tra il bar dello sport e la casa della zia Giuditta, o al massimo per individuare lo Stadio Olimpico.

I commissari tecnici della Nazionale sono un po' dappertutto, ma pullulano particolarmente quando l'11 azzurro perde o pareggia 1-1 contro l'agguerritissima rappresentativa delle isole Tonga. Se poi si viene eliminati dal Mondiale ai rigori dalle riserve della Città del Vaticano, di cui il portiere affetto da tetraparesi spastica, ecco che si assiste al curioso fenomeno che viene comunemente denominato dagli esperti di macroeconomia con la terminologia di "Inflazione di allenatori in tuta azzurra, quasi tutti bestemmianti in stile carbonaro testaccino". Quando invece l'Italia vince la Coppa, Lippi va bene a tutti, e poporopopopopò a 'sti stronzi dei cugini mangiarane.

I teologi, poi, sono un exploit degli ultimi, anzi, degli ultimissimi anni: sono quel genere particolarissimo di teologi che non va mai a messa, se non per sfoggiare le Timberland nuove alla funzione natalizia o per la comunione del nipotino Luigino; che recitano il Padre Nostro in playback come facevano i calciatori con l'Inno Nazionale nell'era pre-Ciampi; e che il catechismo l'hanno studiato con le dispense in audiocassetta della Mondadori (perdendosi però la terza uscita). Ma quando la Chiesa si azzarda a negare i funerali ad un suicida, o si cimenta nell'illustrare il perché delle sue posizioni antiabortiste, ecco che eruttano perle di dottrina ecclesiastica manco fossero un San Tommaso D'Aquino redivivo e in forma particolarmente smagliante.

L'essere politicanti, last but not least, ce l'abbiamo marchiato a fuoco nel Dna. E' inutile arrabbiarvicisimiticisivi. E' così e basta. Punto. Ed è così da sempre, benché qualcuno sostenga sia un fenomeno targato Secondo Dopoguerra. Nossignore. La nostra pletora di maneggioni l'abbiamo sempre avuta, sin da quando il nostro Bel Paese non era altro che una mera "concezione geografica", per utilizzare una terminologia cara a quello stragista impunito del maresciallo Radetzky. E ancora prima, quando le alleanze e gli accordi si facevano e disfacevano da un giorno all'altro a suon di beveroni all'arsenico serviti come aperitivo ai nemici, e mignottoni a sorpresa nell'alcova offerti come dessert agli amici. Cui un quarto d'ora dopo, però, si versava immancabilmente il beverone di poc'anzi. Magari nel caffé.

Siamo noi stessi parte integrante di quella pletora blaterante. Perché ci piace politicizzare tutto: rossi di qui, e neri di là. E i bianchi in mezzo, se resta un po' di spazio anche per i paraculi. Era una cosa che aveva intuito bene la buonanima del Gaber, in una simpatica canzonetta che al di là della rima allegrotta e del ritmo filastrocchesco aveva un testo di tutto rispetto, portatore di somme verità. Non saremmo in grado di goderci in santa pace nemmeno il pane con la gorgonzola spalmata sopra, se prima non avessimo determinato se sia di destra o di sinistra. La gorgonzola, intendo. Ma anche un po' il pane. E, a pensarci bene, pure il modo in cui l'una viene distribuita sull'altro. E che dire della minzione mattutina in piedi con l'asse sollevato? E' un'icona della lotta di classe o un emblema della reazione borghese? Beh, credo dipenda dal numero di scrolloni. Più di tre indicano sfarzo, tempo sottratto al lavoro e spregio per chi dovrà pulire il water. Quindi, se ne fate più di tre, siete innegabilmente di destra. Oppure avete semplicemente una inconscia propensione all'autoerotismo mattiniero. Boh.

Accusiamo i politicanti di ogni nefandezza possibile, in molti casi ne sono effettivamente colpevoli, però poi li eleggiamo regolarmente, quale che sia il loro colore (ah, che goduria il qualunquismo! Quasi un orgasmo... ora capisco perché Beppe Grillo si diverte tanto!). Ci tassano, ci multano, ci fanno fare figuracce, ci insultano, qualche volta ci "arrubbano", però non potremmo mai riuscire a farne senza. Un po' come degli spaghetti e del caffè.

Abbiamo i nostri bei difetti, non neghiamolo. Siamo un po' raffazzonati, a volte pigri, ci vogliamo assai poco bene, siamo pessimisti e disfattisti di natura, siamo poco imprenditori tipo self made men e molto posto fisso alle poste stile chi s'è visto s'è visto, e dobbiamo ancora fare i conti con fenomeni deprecabili come il nepotismo, la corruzione, la Mafia, e Laura Pausini.
Ciononostante, siamo un popolo meraviglioso. Perché, come ha detto un giorno un guzzista, citando a sua volta una celeberrima freddura di Orson Welles, al fine di ammutolire il solito elvetico di turno intento a dileggiare con ignoranza la sua italianità: "Caro signore, credo che lei abbia passato il segno. Ora basta. Il mio paese ha molti problemi e spero che il buon Dio ci aiuti, ma non lo cambierei mai e poi mai con la sua ordinatissima Svizzera dove morirei di noia e depressione. Per secoli sotto signorie di ogni genere abbiamo avuto guerre e disastri, è vero, ma ne sono usciti Michelangelo, Leonardo e il Rinascimento. Poi Galileo Galilei. Il Risorgimento. In Svizzera in cinquecento anni di ordine e quieto vivere cosa è venuto fuori? L'orologio a cucù! E qualche maleducato come lei".

9 commenti:

Anonimo ha detto...

sei un grande....una sola cosa, "ma che cos'hai contro il posto fisso alle poste????" io ci metterei la firma con tutti sti contratti a tempo determinato, 3 mesi 6 mesi....contratto a progetto, apprendistato....comunque mi poace la tua fotografia italica!!!!ciaooooo nè

Anonimo ha detto...

sei un grande....una sola cosa, "ma che cos'hai contro il posto fisso alle poste????" io ci metterei la firma con tutti sti contratti a tempo determinato, 3 mesi 6 mesi....contratto a progetto, apprendistato....comunque mi poace la tua fotografia italica!!!!ciaooooo nè

Anonimo ha detto...

Divertente e dissacrante. A volte ci chiediamo chi ce lo fa fare di rimanere in Italia. Poi però in tutta tranquillità ci restiamo. O siamo masochisti o forse così male non si sta. Voglio continuare ad ignorare dove penda la bilancia.

Pautasio ha detto...

Cara Desy, non ho proprio nulla contro il posto fisso, non foss'altro che in altri paesi, dove c'è più "verve" imprenditoriale (a qualsiasi livello, foss'anche aprire un negozietto di usato) e meno propensione ad attaccarsi alla sottana di Mamma Stato in cerca di un posto sicuro, l'economia galoppa e la disoccupazione decresce... a differenza che da noi. Pur con tutti i dovuti distinguo del caso.
Comunque grazie dei complimenti, torna a trovarmi!

Anonimo ha detto...

Il post è acuto e divertente. :)
Luciano, perché è l'atteggiamento tipicamente italiano, il lamentarsi e poi non far nulla per cambiare. Effettivamente non so nemmeno io dove penda la bilancia: se non si stia così male, e dopo tutto riesca difficile rinunciare a certe "comodità", e pensare di doversi reinventare una vita, una casa, tutto, o se invece si sta male ma si sia troppo pigri e indolenti per cambiare. Io, per me stessa, so rispondere. Per gli altri, non so e non m'azzardo.

Anonimo ha detto...

io do ragione a Orson...l'Italia è così(così come?!?mah,meravigliosamente terrificante,direi...) xchè ,nel bene e nel male,rispecchia il suo popolo.Fermo restando che,come diceva qualcuno"governare gli italiani non è impossibile,è inutile".

Anonimo ha detto...

Non so, a volte non sopporto questo paese, a volte non vorrei vivere in nessun altro posto. E' un rapporto di amore-odio, mi rendo conto che c'è di meglio ma anche di molto peggio, restando sempre in ambito dei paesi "industrializzati" (che termine insulso). Ma forse è meglio così, se ci lasciasse indifferenti vorrebbe dire che non ci farebbe alcun effetto e sarebbe davvero una tristezza...

Pauta: mi dai una dritta telegrafica su come impostare tra i widget della barra laterale il pet di bonnyherolab? Thanx

ilallà ha detto...

hai dimenticato di scrivere italiani con la GL...

Pautasio ha detto...

@micia: debbo dissentire dall'ultima tua riflessione. Il problema è esattamente l'opposto: non è impossibile governarci, è solo che ci manca qualcuno talmente grandioso e geniale da essere in grado di farlo. Ti citerò a questo proposito una parafrasi di quello che mi disse un giorno un reduce della II Guerra Mondiale. Mi raccontò di un episodio risalente al momento della prigionia dei militari italiani in Africa, sotto gli inglesi: "Fummo ammassati tutti in un recinto tracciato con il filo spinato, dove non c'era nulla. Noi avevamo indosso soltanto le nostre uniformi, qualcuno, i più fortunati, uno zaino con un minimo di equipaggiamento. Nel giro di sei ore, prima che calasse la notte, lo avevamo trasformato in un accampamento di tutto rispetto, con tanto di tende, latrine, e vie interne. Noi italiani siamo un popolo straordinario, potremmo fare grandi cose, ma abbiamo avuto sempre la sfortuna di non avere mai avuto governanti all'altezza".

@fededotcom: dovrebbe esserci un codice html da copincollare in un apposito riquadro messo a disposizione dal blog stesso. Almeno, su blogspot funziona così. Però potresti avere problemi di adattamento del formato dell'immagine. Infatti, come vedi, il mio riquadro appare un po' "tagliato".

@ilallà: dopo il tuo commento sarcastico sul mio elegantissimo cappotto noi non siamo più amicici. Sappilo