La compagnia di un amico speciale, di quelli che sanno cosa pensi e comprendono cosa ti cruccia anche solo guardandoti negli occhi; di quelli che ti risollevano una giornata storta con un aneddoto geniale accompagnato da un bicchiere di Porto; di quelli che Dio esiste perché ci sono loro. Una bottiglia di eccellente Lagavoulin invecchiato sedici anni quasi piena, che è un peccato lasciare da sola in cantina, e che ti rammenta anche lei che l'Altissimo c'è, eccome. Un buon sigaro. Anzi, più d'uno. E poi parole, tante, inutili, barocche, rutilanti, prive di senso, ma vive e splendide come poche cose sanno esserlo.
Ecco come una serata da buttare nel cesso si trasforma come per magia in un surreale viaggio in un mondo che non c'è più, grazie anche al cameo, piacevolissimo quanto inatteso, di un elegante, impeccabile Lord Byron dei giorni nostri. Ecco come l'esasperata apoteosi di una ricercata ed elegante decadenza diviene trionfo, e idilliaco rigoglio dell'animo.
Discorrere sulle note più alte della produzione Beethoveniana di duelli e squalifiche per codardìa, con tanto di successivo dileggio del perdente sulla bacheca del club, davanti ad un caminetto in cui bruciano surrogati di legna. Auspicando, nel frattempo, un'epico scontro con le armate del Gran Khan, catafratti da cotte di maglia di finissima fattura.
Vedere il fondo della pregiata bottiglia alle quattro del mattino, reggendo in una mano il bicchiere ormai tristemente vuoto, e nell'altra una fetta di panettone già addentata, mentre Youtube dà il peggio di se,' con Studio Aperto che dal regno del catodo tiene fieramente il passo, quasi si trattasse di una sanguinosa quanto imperdibile sfida al più osceno.
Conquistare il mondo intero e dominare il globo terracqueo due volte di fila, ma solo con le armate verdi di Risiko. Perdere la Jacuzia, e piangerla, e poi bestemmiare, come fosse stata il bene più prezioso, l'affetto più caro di una vita intera, strappato all'improvviso e senza un perché.
Uscire per le strade di San Salvario a notte fonda, in pigiama di seta e cappotto di cachemire, perchè si stava per andare a dormire ma ci si è ricordati all'ultimo che occorre trovare un parcheggio più adatto alla propria auto che non sia piazza Madama Cristina, dove ogni mane si celebra la fiera dell'assurdo con le sue psichedeliche bancarelle. Presto, bisogna fare presto: prima che le odiate guardie del bargello sequestrino il mezzo motorizzato.
Destarsi a metà mattina al suono di una caffettiera che trilla come un telefono portatile, pur senza ritrovarsi affatto in un quadro di Hyeronimus Bosch. Ma solo perché oggi, in questo pazzo, pazzo mondo moderno, anche dietro la scorza asetticamente metallica di una Moka tricolore si cela un'anima da radiosveglia giapponese.
Flirtare - ancora assonnati e col fegato dolorosamente pulsante, a ricordare con impertinenza ciò che è accaduto la notte precedente - con la cameriera di una raffinata caffetteria, timida bellezza dal sapore un po' ellenico e un po' orientale, fasciata con vezzosa e ricercata trasandatezza in un grembiule da maitre azzurro cielo d'aprile, discorrendo di quanto sarebbe bello poter maneggiare piatti e tazzine al suono travolgente della più sublime rapsodia di Rachmaninov.
Satollarsi fino a scoppiare con le pietanze più disparate prelevate dal rullo in continuo moto di un sushi bar incredibilmente avaro di sushi, e tutto questo solo per poter rimirare da sempre più vicino l'agognato premio di una katana senza filo con la quale lambiccare di potersi aiutare con la destrezza di uno shogun nelle tristi ambasce di una coda allo sportello delle Poste.
Vedere il proprio blog come una novella Moleschina, e postare un diluvio di freschi ricordi mentre la triste voce di Edith Piaff, che canta come nella vita ci sia malinconia in agguato anche nella felicità, fa da intervallo a valzer di pianoforti e fisarmoniche francesi.
Può mente umana immaginare qualcosa di più sublime?
8 commenti:
Ah, combattere per un trofeo dimenticato. La guerra e l'amore. I cinesi e la falsezza islamica. Il codice Gelli e il sesso. Fumi di Lagavoulin e cubani. Cubane: caminetti ipocriti. Candele spente e abat-jour dal lucore maldestro. Un pirla, due pirla, ad un certo punto tre pirla, di cui uno stagionato. Attraverso il colore caldo del whiskey riflessioni. Inutilità. L'ingranaggio del progresso che schiaccia il bello. Il Bello. Anche sì, la Tauromachia. L'uomo ed il concetto. Un pigiama che diventa due, e due pirla che li indossano e vagano, nell'umidità immota serale, sperando in un marocchino che incarni la falsezza musulmana e che si infranga su certezze del XI secolo. Un amico che capisce ed apprezza, che vale più di Jacuzia e Cita messe assieme, anche se si possono poi spostare le armate.
Tutto questo, il Resto del Pautasio lo può cogliere. L'importanza di una vita inutile e di un uomo senza qualità. La tosse e il cattivo gusto in bocca. La camerierà da cui si tornerà, oh, se si tornerà. Sindacalisti in piazza San Carlo visti da un futuro vicino ed immaginato, e Stewie, che occhieggia a Salad Fingers. Sì, l'inutilità è una di quelle cose decadute: ora che ha preso il sopravvento del Vero e ha lasciato la sua nicchia naturale, l'alcova del gentleman.
tutto ciò è molto molto poetico. non so perchè ma mi ha richiamato alla mente immagini già plasmate attraverso la lettura di oscar wilde o del buon vecchio d'annunzio... due figure dell'alta società intente a rivivere il calore di un antico incontro...
smettila di scrivere sotto effetto dell'alcol però
Domanda spontanea, cosa ci facevi con addosso un pigiama di seta ( in inverno)? E soprattutto sei sicuro di non essere uscito di casa ubriaco con solo un foulard preso chissà dove a coprirti?
@ Ilallà: hai davvero una bassissima considerazione del sottoscritto se ritieni che possa già essere sbronzo alle 19,30 di sera... Mai prima di cena e giammai prima di pranzo, lo sai bene, non sarebbe elegante altrimenti. E poi, ne sono certo, l'unico post che abbia mai davvero scritto in preda ai fumi dell'alcool risale a quasi un anno indietro, e narra di un'ardita impresa da me portata a termine a bordo della mia auto. No, tranquilla, non fu impresa di carattere coitale. Lo dico perché se per caso ci fossero dei bambini a leggere, non sarebbero costretti a tapparsi le orecchie.
@Alessandro: quando un gentleman sta per andare a dormire e, proprio un attimo prima di mettersi a letto, rammenta di aver parcheggiato malissimo la propria automobile, non perde verto tempo a rivestirsi come farebbe qualunque ignobile plebeo. Si barda di un cappotto elegante e scende a disfidare il mondo intero e ogni sua insidia con quello che ha indosso. Nel caso specifico, un pigiama di seta con sopra un cappotto, per l'appunto
Messaggio in codice - stop -
Croata ha compiuto sterminio - stop -
Ho ascoltato il suo discorso - stop -
necessario considerare significato della parola "tac" - stop -
corrisponde alla lingua di chi i tedeschi amano conquistare - stop -
Qui radio Londra - stop -
godo che i tuoi amici non capiscano - stop - mentre l'Alberta cade - stop.
Messaggio ricevuto. Stop
Mi compiaccio di tutto, ma non comprendo significato di monosillabo "tac". Stop
Mi appresto domandare chiarimento via msn. Stop
Charimento ricevuto. Wow. Stop
Maccristo, sono già le quattro. Stop
Un'altra nottata nel water closs. Stop
pingato
http://www.giovannivagnone.it/html/index.php
don
Posta un commento