domenica 16 settembre 2007

Accattonaggio artistico verso Pechino 2008


Venerdì pomeriggio (tardo), dintorni della stazione di Porta Susa, in quel di Torino. Tempo splendido, 34mila spettatori, arbitra il signor Buttazzoni da Arezzo.Parcheggio "ad mentulam" la mia utilitaria vecchia come l'asse del cesso, lavata di fresco ma già con una considerevole boazza di piccione che ne decora elegantemente il cofano, vicino ad una fila di cassonetti. Così magari si mimetizza, e di primo acchito gli ausiliari al parcheggio non si accorgono della differenza. Tanto devo restare lì solo un paio di minuti, giusto il tempo per caricare Louis e la sua morosa, per poi prendere a bordo altri due amici e andarcene affanculo dalle parti di Milano. Chi volete che m'importuni in quel nanosecondo di stop? E invece no. Perchè non faccio in tempo ad aprire la portiera che mi si avvicina l'essere più affascinante della giornata. Non sto parlando di una bella figa, intendo affascinante in senso etologico: un po' come se un capibara sorridente con le calosce improvvisasse una danza rustica occitana per Giorgio Celi o Piero Angela.Tizio giovane, circa vent'anni, abbigliamento "gggiovane" (jeans strappati e maglietta a maniche lunghe), capelli ricci e aria trafelata. "Okkei - penso - ora questo mi chiede dei soldi per farsi un'endovena di oppiacei, sfornando la solita scusa del biglietto del tram e della mamma malata di prostata". Invece no. Cioè, i soldi me li ha chiesti, ma sentite com'è stato originale: "Ciao, scusami - esordisce con inusitato savoir faire - non sai che giornata mi è capitata oggi!". E no, cazzo, evidentemente non ho letto il giornale. Prende fiato, ostentando un mix tra disperazione e vivace sconforto. "Mi hanno appena rubato il marsupio, e dentro avevo tutto: portafogli, documenti, bancomat, soldi, chiavi di casa, il minipimer, dic, duc, fac, fer, Athos, Porthos, Aramis, fante, cavallo e re" (ok, confesso, dal minipimer in avanti ho inventato). "Ho chiesto aiuto in giro, ma qui in giro sembra esserci solo gente che pensa agli affari suoi. Sembrano tutti impazziti". Ma non era Milano la città che ti usa, ti sfrutta,non ti ringrazia, arriva presto, va via presto ma non pulisce il water? Vabbè..."Sono senza benzina in auto, mio fratello non risponde al telefono, e ho dovuto lasciare il libretto in pegno al benzinaio perchè mi mettesse carburante in attesa che rimedi un po' di soldi in prestito". E qui, ovviamente, scatta il questua-time. Ma con stile: "Non è che avresti, che ne so?, dieci euro da prestarmi? Giusto per fare un po' di km in direzione di casa. Sai, abito a Ivrea. Ma te li restituisco, giuro: lasciamo il numero di telefono, quando arrivo a casa ti richiamo, eppoi ti faccio un vaglia, te li spedisco per posta, come vuoi tu". Faccio un tentativo, per metterlo in difficoltà: "Ho solo moneta, vuoi?". Scuote la testa,sconsolato, come a dirmi che nel suo caso le monete sono utili quanto i coriandoli per nettarsi il didietro nei giorni di sciolta. Cazzarola, mi dico, ma allora i tossici si sono evoluti e lo hanno imparato anche loro che le pompe di benzina non sono juke box. "Guarda - prosegue lui - mio fratello ha una gelateria a Ivrea, la volta che vieni a trovarmi offo io, a te e ai tuoi amici, per ricambiare la gentilezza". Poi mi rivolge uno sguardo supplice tipo gatto quello del con gli stivali in Shrek.

Minchia, questo sarà pure allucinato più di Tim Burton ma ne sa anche una più di Stephen King! Che fantasia nelsuo racconto, e che pathos, che emozione, che suspance, Che Guevara! Ammirato per l'inesauribile fucina di cazzate che è il suo cervello, o quanto di esso ne rimane dopo un'esistenza costruita pera su pera, mi lascio dettare un numero di telefono assolutamente falso (e lo so già) e gli allungo cinque euri, augurandogli in silenzio che la sua prossima dose sia tagliata con l'intonaco grattato via dal muro di un cesso pubblico. Lui si allontana gongolante. E, ovviamente, dieci minuti dopo lo rivedo gironzolare nella zona in cerca di un nuovo bersaglio, cui raccontare magari una nuova storia, però stavolta con di mezzo gli alieni, la Cia e Raffaella Carrà.Comunque penso lo stesso di aver fatto bene a finanziare questa giovane mente creativa. Eppoi sono quasi sicuro che quei cinque euro li avrei utilizzati per la droga, o per le donnacce, o per le donnacce tossicodipendenti, per fare la combo.

5 commenti:

Louis ha detto...

è un povero.

Alessandro ha detto...

potevi comprargli il biglietto del treno per Ivrea e ringrazia che non è un fan dell'Eredità, se no poteva riconoscerti e cercare di cacciarti molti più soldi, chiedendo, ad esempio, i soldi per comprare una macchina nuova...

Anonimo ha detto...

o magari il tipo era amico di Lapo, la macchina senza benzina era una Porsche Cayman S (che infatti non consuma poco!), il marsupio di Gucci e, appena tornato alla sua reggia di Ivrea, ti donerà almeno metà della catena di gelaterie di famiglia...chissà!

Alessandro ha detto...

O magari una notte pagata insieme ai suoi amici trans...

Pautasio ha detto...

Ci sono delle volte in cui mi preoccupate tantissimo. Ad esempio questa.