venerdì 5 ottobre 2012

Scaldo il banco o scaldo l'autunno?



Dopo gli operai dell’Alcoa a Roma, dopo i blocchi delle tute blu dell’Ilva a Taranto, ora tocca agli studenti.

Scendono in piazza a Torino e nella Capitale con slogan e striscioni raffazzonati, ripescati dalla naftalina in cui li avevano messi dopo le proteste anti-Gelmini, ma vogliono far sapere che ci sono anche loro ad urlare no al governo tecnico, no a Mario Monti, no ai banchieri, no all’Europa, no alla crisi. E soprattutto no alla versione di latino o al compito in classe di trigonometria, perché contro di loro l’occasione è sempre buona per bigiare scuola.

Ma non è solo folklore. Perché in prima fila ci sono i soliti caschi, i soliti volti coperti, i soliti scudi di legno fatti apposta per cozzare di proposito contro quelli di plexiglass della polizia e dei carabinieri. Magari il grosso dei cortei sarà anche fatto di ragazzini annoiati, ma in prima fila ci sono sempre i soliti: anarchici, antagonisti, black bloc. Quelli per cui ogni occasione è sempre buona per cercare lo scontro.

Anche questo serve ad alzare la temperatura, del resto. Anche questo è autunno caldo.

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