lunedì 28 febbraio 2011

The terminal






Risveglio. O forse sarebbe meglio dire rinvenimento. Buongiorno principesso. Che ore sono? Bah, forse le sei, forse le sette. E chi lo sa? Sono bloccato da ieri a mezzanotte all'aeroporto di Bucarest, perché sul volo qualcuno si è lestofanteschevolmente inguattato il mio portadocumenti. Con tutti i documenti dentro, of course.

E' accaduto tutto con l'ineffabilità silenziosa ed al tempo stesso solenne dell'Inevitabile: un attimo prima c'era, l'attimo dopo non c'era già più. Inutile lambiccarsi troppo sull'ineluttabilità delle cose passate, quando occorre raccogliere le forze per affrontare le complesse sfide di cui si costella ora il presente.

Devo aspettare le 9 perché dall'ambasciata un grigio burocrate qualsiasi, che ottimisticamente mi figuro più solerte e alipede di quanto non sia effettivamente plausibile aspettarsi, mi restituisca un'identità valevole per gli europei di Shengen. La mia e' stata una nottata pittoresca, trascorsa praticamente insonne in un luogo in cui transitano con disinvoltura varie tipologie subumane che avrebbero dato parecchi rimuginevoli grattacapi a Lombroso. Ora sto sorseggiando un caffè fatto con orripilanza tostata e macinata, polvere di scaffale di biblioteca e pelo di gatto, e sono in botta da after come non mi capitava dai tempi delle libagioni goliardiche o delle discoteche estive. Ho appena visto un tizio pagare una cocacola con millemila banconote da un milione di sesterzi romeni e sono perplesso. Ah, la barista non porta il reggiseno, ma ancora non sono riuscito a collegare questo dettaglio con il resto del Grande Disegno Universale che mi si dipana intorno.

I poliziotti di frontiera, un turno dopo l'altro, sono tutti estremamente cortesi, manifestano un'inusitata educazione nel blaterare borborigmi nello stesso inglese atroce che fino a ieri credevo essere mia assoluta prerogativa, e palesano una professionalità impeccabile. Mi hanno offerto un pusigno di fortuna con sandwich e acqua, di cui non sentivo la necessità ma che tuttavia mi ha rifocillato moralmente ben più di quanto avrebbe potuto farlo metabolicamente. Ligi al dovere, di tanto in tanto passano a buttare un'occhiata discreta alla mia persona, per sincerarsi che tutto proceda secondo il regolamento: ovvero che me ne stia al mio posto, senza dileguarmi alla chetichella nella nevosa notte romena, magari sublimando subdolamente come un panetto di ghiaccio secco sul palco di un concerto dei Kiss.

Nonostante le premure di cui sopra, mi pare di indovinare nei loro sguardi quei lampi di delusione di chi proprio non si capacita di come tu ti ostini a non offrire loro nemmeno la minima ombra di pretesto per farti legalmente gonfiare di randellate con lo spalmacrani d'ordinanza, che, già che è li', pagato da contribuenti ancora in convalescenza da decenni di socialismo reale, perché gli dobbiamo fare prendere la polvere, che è maleducazione? Saranno retaggi Ceauseschiani non ancora del tutto sopiti, o sarà il sottoscritto che interpreta erroneamente normalissime manifestazioni cliniche di congiuntivite e presbitismo come lampi di delusione. Sarà che la sonnanza ha già da tempo superato i livelli di guardia oltre i quali i manuali di sopravvivenza e Famiglia Cristiana suggeriscono di allertare la protezione civile e le dame di San Vincenzo, o saranno pure i Lou Dalfin che mi fanno compagnia dalle cuffie dell'iPhone, con virtuosismi di ghironda che male si amalgamano al contesto generale. Sara' quel che sara', ma io sono ancora qui con tutto il mio smarrimento esistenziale ad aspettare che si facciano le 9...

4 commenti:

Aldo Olivero ha detto...

Ti hanno offerto di scappare dall'aeroporto per non avere più sul groppone il tuo difficilissimo caso diplomatico come nel film?

Alessandro ha detto...

Che cosa ci facevi a Bucarest, cercavi trovare un trafficante di uomini per espatriare in Italia "clandestinamente" quando non è più necessario?
E, soprattutto, la barista senza reggiseno ha un bel paio di tette ??? (Che poi è la vera domanda che si pongono tutti quelli che stanno leggendo il post...)

Pautasio ha detto...

Ero lì per trascorrere il w-e e, sì, la barista aveva un bel paio di tette

Federico Tomassetti ha detto...

Ma poi come te la sei cavata?